Il test Amleta non vuole essere uno strumento di giudizio delle qualità artistiche di un’opera drammaturgica, cinematografica o letteraria, ma nasce dalla volontà di trasformare in dati oggettivi quelle che spesso vengono liquidate come opinioni soggettive sui limiti della rappresentazione del femminile nei testi teatrali e non solo.
Il test Amleta vuole invece essere un indicatore che registri i valori che permettono a un testo di superare i cliché narrativi che si sono culturalmente stratificati nel nostro immaginario.
Una rappresentazione femminile adeguata, infatti, non è solo una questione di presenza, ma soprattutto di linguaggi e di narrazioni scevri di stereotipi.
Partendo dalla consapevolezza che l’identità di genere, pur essendo in continua decostruzione e ridefinizione, è spesso influenzata dall’immaginario culturale di riferimento, l’obiettivo del test è quello di evidenziare quelle opere che hanno una rappresentazione più sfaccettata e variegata del mondo femminile e questo non soltanto da un punto di vista di centralità nello sviluppo di una trama, ma anche in relazione al linguaggio e alle modalità con cui le donne vengono raccontate.
La nostra ricerca parte da un’analisi delle drammaturgie per poi allargare il proprio raggio di azione anche su uno spettro più vasto di prodotti narrativi, come le sceneggiature e i romanzi.
Il Test Amleta non ha la pretesa di analizzare in maniera esaustiva i personaggi appartenenti alla comunità Lgbtqia+ e gli stereotipi che caratterizzano la narrazione delle etnie non caucasiche e delle persone disabili.
Consideriamo questo Test come un punto di partenza a cui seguiranno nuovi lavori di approfondimento dal taglio intersezionale su uno spettro più vasto di personaggə.
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